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Curiosita


Decontrazione della bocca




Non è facile spiegare in modo esauriente ed efficace come ottenere la cosiddetta “decontrazione della bocca”. E’ necessario premettere che la bocca, se l’addestramento del puledro è iniziato e condotto correttamente, non si contrae. Quando la velocità dell’andatura aumenta e il cavaliere “tira” sulla bocca per tenere il cavallo, la bocca si contrae per forza di cose. Il cavaliere sente nelle sue mani, attraverso le redini, qualcosa di muto, di duro, di contratto, che è la risposta del cavallo per resistere o per sopportare la trazione del ferro sulla … lingua e sulle barre (gengive).

Se la bocca, anche alle andature lente (passo e trotto) è muta, immobile, noi diciamo contratta, è perché l’addestramento precedente non è stato condotto in maniera corretta e il cavallo ha opposto forza nella bocca come difesa ad azioni forti o inopportune del cavaliere.

Come rimediare? Vi sono diversi procedimenti a seconda dell’abilità e dell’esperienza del cavaliere. A questo punto entriamo in un campo minato dov’è facilissimo mettere un piede in fallo, sia per chi agisce in sella, sia per chi dà consigli come il sottoscritto. Per certi cavalieri la decontrazione della bocca è un’ossessione, mentre dovrebbe essere ossessione il caso inverso: non far contrarre la bocca. Ma, siccome il caso più frequente, a giudicare da quello che si sente e che si vede, è la bocca contratta, provo a dare qualche consiglio in merito.

(…)

Poiché la bocca è stata definita (e lo è veramente) il testimone della leggerezza del cavallo, occorre non localizzare l’attenzione soltanto sulla bocca, ma individuare nel cavallo, per mezzo degli esercizi in piano cui viene sottoposto, le zone del corpo interessate dalla resistenza e lavorare, insistendo negli esercizi appositi, per sciogliere, decontrarre, ginnasticare, rilassare quelle zone. Quando si sia raggiunto un rilassamento generale, anche la bocca parteciperà di questo rilassamento.

La situazione, come si può vedere, non è semplice.

Per un cavaliere non esperto e non sicuro completamente delle proprie capacità, il procedimento più semplice per rilassare la bocca e renderla “permeabile”, come dicono i tedeschi, è mettersi al passo in circolo (perché la flessione diminuisce le resistenze del collo che si ripercuotono sulla bocca), passo lento, cavallo in filetto snodato, con capezzina che non stringa (perché la stretta della capezzina sottofiletto concorre alla contrazione), pugni tra garrese e collo, vicini, leggermente staccati dal corpo del cavallo, braccia rilassate in modo da non opporsi al movimento (non dimenticare che il passo è un’andatura basculata in cui il cavallo oscilla il bilanciere, testa e collo), resistere su una redine cedendo leggermente (non tirando, in parole povere) con l’altra, resistere con una tensione non sempre uguale, ma facendola variare con il gioco della chiusura e del rilassamento del pugno, fino a ottenere anche solo una leggera diminuzione della resistenza della bocca (della contrazione). Poi, senza modificare la posizione dei pugni, chiedere una leggera flessione del collo dalla parte opposta, girare dalla parte opposta e ripetere lo stesso procedimento. Al primo buon risultato lasciar scorrere le redini tra le dita e allungarle completamente ricompensando con la voce e contemporaneamente con una carezza e qualcosa di gradito (carota, zucchero, eccetera). Riprendere il lavoro, sempre al passo lento e ricercare lo stesso risultato. Man mano che si procede in questo lavoro, si aumenta la velocità del passo, si chiedono rallentamenti e allungamenti (transizioni) sempre al passo. Poi, permanendo questo stato di rilassamento, si passa la trotto, lento, un trotto quasi passo, appena accennato, non importa se sembra quasi sparire il tempo di sospensione, e si ripete il procedimento esposto sopra. A ogni buon risultato si ricompensa e poi si riprende aumentando con gradualità la velocità dell’andatura. Il seguito è ovvio. Si passerà al galoppo quando il felice stato della bocca è confermato al trotto lento, ordinario, allungato (di lavoro, medio, allungato), nelle transizioni fino dal trotto all’alt. E nei passi indietro.

E’ naturalmente importante, anzi fondamentale, la postura in cui lavora il corpo del cavallo. Un altro lungo capitolo. In breve: debbono essere rilassati (allungati) i muscoli del dorso antagonisti dei muscoli che fanno impegnare i posteriori (addominali e psoas), in modo che non vi siano contrazioni nel corpo che si trasmettono alla bocca. Altrimenti è un cane che si morde la coda.

 

Paolo Angioni