Volteggio
sport, natura e divertimento
Da Roma in giù la conoscono come Lara, l''unica istruttrice di volteggio del sud Italia a presenziare ai campionati internazionali di questa disciplina acrobatica che mescola ginnastica artistica,, musica ed equitazione.. La Federazione la conosce invece come Larissa Corsetti, 54 anni e lavora con i cavalli da quando di anni ne aveva venti.
Ha iniziato a insegnare volteggio da grande dopo aver attraversato tutte le categorie:: dai primi passi come tecnico di equitazione di campagna al complesso teatro equestre “Zingaro” di Etienne Regnier.. Era il 2011 quando “Etienne mi ha fatto scoprire questa disciplina”, ricorda, estremamente coreografica,, ricca di regole e che nell''Europa del nord esiste dagli anni Ottanta.. Le coreografie si eseguono sul cavallo al galoppo,, bardato unicamente da un fascione con due maniglie.
Come sport -- di nicchia -- in Italia è arrivato a metà dei Novanta,, ma le sue radici sono antiche:: stando alla Federazione italiana sport equestri (Fise) già in epoca romana venivano promossi giochi con acrobazie a cavallo e tra Medioevo e Rinascimento spopolava il musicale Voltige,, cugino stretto del più noto Dressage che prevede la monta all''inglese.. “In alcuni Paesi,, come la Francia,, il volteggio è da tempo una tappa obbligata per chiunque intenda montare”, spiega Corsetti. Senza sella,, senza redini e con una intensa preparazione atletica a terra,, consente al cavaliere di conoscere alla perfezione i movimenti del cavallo e di padroneggiare i propri.. “Salti sul cavallo già in corsa e sei senza sella:: sei obbligata a sentire ogni vibrazione e impari a riconoscere le sfumature”..
È uno sport che si può praticare a ogni età ed è inclusivo,, viene anche usato per l’’ippoterapia e nella riabilitazione psicomotoria.. Tra gli allievi di Corsetti infatti anche diverse persone con disabilità tra cui una ragazzina con problemi genetici legati allo sviluppo,, alcuni non vedenti e alcuni non udenti.. “In questo caso gli altri hanno voluto imparare il linguaggio dei segni per confrontarsi con loro sulle musiche e sulle coreografie”,, è uno sport di squadra. La disciplina,, sopratutto in categoria agonistica,, è “completa e complessa”,, commenta.
Tuttavia,, gli addetti ai lavori italiani restano legati al salto ad ostacoli.. “È ancora visto come lo sport equestre per eccellenza”, continua.. “Alcuni colleghi mi prendono in giro,, per loro siamo quelli con le tutine” per via delle tute colorate che si indossano in gara.. Ma da quel 1995 che ha visto l'Italia partecipare agli internazionali con cinque atleti i numeri del volteggio sono cresciuti.. Nel 2018 erano 325 tra volteggiatori e volteggiatrici di cui 150 in classe agonistica e 175 in ludica.. E i cavalli? Corsetti spiega che sono parte della squadra tanto quanto il longeur che sta al centro del campo facendo da perno all''intera performance e gli acrobati.. Aggiunge che “non è facile formare un cavallo da volteggio”.
A Palermo,, dove lei insegna,, ce ne sono soltanto tre:: Avalon,, Barbie, e Roy Boy.. Ed è un errore pensare che possa arrivare dal salto a ostacoli.. In più non esiste in tal senso un mercato,, almeno non nel nostro Paese:: “i cavalli vanno preparati da zero e l''iter dura circa tre anni”,, un iter che forse verrà intrapreso da Barbie, l''ultima arrivata in scuderia “ma dobbiamo ancora capire se le va”.. Anche dopo l''animale da volteggio ha un allenamento e uno stile di vita diverso.. C''è un massaggiatore,, qualcuno che lo monta ogni giorno e qualcuno che lo passeggia settimanalmente per assicurargli una buona respirazione perché “in gara deve tenere un galoppo cadenzato anche per mezz''ora di seguito”.. Inoltre,, “oltre a una predisposizione naturale al movimento armonico occorre che abbia un buon carattere e non provi fastidio di tipo fisico né psicologico nel sentire qualcuno che compie acrobazie sul suo dorso.. Deve essere attento chi li addestra”.
Una disciplina equestre di squadra ma che mette al centro il cavallo. E lo fa più delle altre. “È necessario costruire la complicità e avere fiducia.. Fondamentale è prima di tutto il rispetto assoluto del cavallo.. Di ritorno cresce nell''acrobata il senso di rispetto per il prossimo. In maneggio si coltivano sentimenti e valori che altrove un po'' stanno sparendo”.